Biomeccanica

Tutto per il ciclista: info e assistenza bici a Riccione

Reparto Corse è l’oasi del ciclista perfetto: il negozio e centro riparazioni di Riccione si occupa in tutto e per tutto della vostra bicicletta, valutandone lo stato di salute e il corretto funzionamento delle componenti. Presso la nostra officina, il personale effettua la valutazione dello stato dell’impianto frenante, sostituisce con ricambi le luci, le gomme e altre parti della bicicletta ed effettua l’analisi biomeccanica con sistemi automatizzati. In tale modo è possibile avere un report completo della bici tramite l’intervento di un robot che gestisce in completa autonomia l’analisi antropometrica e biomeccanica, restituendo una serie di informazioni utili dai dati analizzati.

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Regolare la sella è un’operazione “delicata”

Oltre alla scelta del modello, anche il suo assetto è fondamentale , non esiste una posizione giusta generale perché quella che è perfetta per qualcuno potrebbe essere sbagliata per altri.

Bisogna andare a tentativi (uno alla volta), oppure affidarsi ad un biomeccanico serio ed esperto specialmente se si hanno problemi particolari.
Qui di seguito vi illustro alcuni punti chiave.

Regolare la sella della Mtb e della BDC

– La sella da Mtb deve essere in bolla?
Sì, ma non sempre. O meglio, regolare la sella della Mtb “in bolla” è sempre giusto in linea generale, ma nel fuoristrada intervengono tante variabili che potrebbero invitare ad inclinarla in modo diverso. Dipende anche dal tipo di sella e dalle caratteristiche fisiche del soggetto.
Cosa un po' diversa sul corsa dove ad eccezione di alcuni casi la sella è sempre in bolla.

Regolare la sella della Mtb
Nel caso di selle con punta curvata e parte posteriore rialzata (cioè quasi tutte), non è semplice valutare se è in bolla oppure no. La soluzione più sensata è questa: prendere la misura della parte centrale BRP, quella in cui si appoggia il bacino.

Andiamo con ordine: partendo dalla sella in bolla, molti bikers la abbassano leggermente in punta, parliamo di 1 o 2 gradi, niente di eccessivo. In questo modo, sulle salite ripide si ha una posizione più redditizia, senza però andare a compromettere la prestazione in pianura o nelle lunghe distanze.
Una sella troppo bassa sulla punta, infatti, causa un lavoro eccessivo dei muscoli del “core” e dell’ileo-psoas, questo a lungo andare potrebbe portare a infiammazioni, contratture, asimmetrie e così via…
Inoltre, con la sella troppo bassa di punta si scarica il peso del corpo sulle braccia e sul collo, affaticando oltremodo anche questi distretti corporei.
Al contrario, regolare la sella della Mtb con la punta più alta è sbagliato, per le discipline “pedalate” come Xc, Marathon ed Enduro. Nella Dh il discorso è diverso e in qualche caso può essere giusto.
Una sella più alta nella parte anteriore causa un’eccessiva pressione nelle parti intime, con possibili infiammazioni, intorpidimenti o calcificazioni della prostata nel lungo periodo.
Inoltre, questa posizione costringe ad un lavoro extra dei muscoli lombari e genera delle curve errate della colonna vertebrale, sovraccaricando anche tutti i muscoli della schiena. A lungo andare si è soggetti a sciatalgie, contratture, protrusioni e così via...

Ricapitolando, quindi, la giusta posizione della sella da Mtb è in bolla o leggermente bassa in punta, un compromesso ideale nella maggior parte delle situazioni.

– E’ vero che tutta avanzata è meglio?
Sì, ma anche no. Come accade spesso, la verità sta nel mezzo, spieghiamoci meglio…
Gli studi biomeccanici moderni hanno confermato i vantaggi di una posizione più avanzata rispetto a quella che si utilizzava in passato. Allo stesso tempo, però, le geometrie di alcuni telai sono un po’ “datate”, con piantone poco verticale. Ecco perché, in molti casi gli atleti cercano di compensare avanzando molto la sella. Succede in Mtb, ma ultimamente anche l’assetto degli stradisti è più avanzato.

Con alcuni telai di ultima generazione è possibile ottenere il giusto arretramento senza fare adattamenti estremi e questo è un vantaggio non da poco.
Detto questo, quindi, si deduce che la regola del filo a piombo è in parte decaduta, perché si è visto che l’arretramento varia in base al soggetto, al telaio, alla disciplina praticata, alla misura delle pedivelle, alla conformazione fisica, all’elasticità muscolare, ai problemi fisici e da tanti altri fattori che non possono basarsi su una regola empirica e generica.
La perpendicolarità tra ginocchio e asse del pedale può essere usata come base, ma non è una regola fissa, ecco.
Nel fuoristrada le regole sono meno “ferree”, perché la posizione in sella cambia di continuo, perché le pendenze sono più elevate e perché l’assetto da discesa è fondamentale quanto quello da salita.

Ma quali sono i vantaggi del pedalare più avanzato? E quanto avanzato?

Il vantaggio principale è la spinta maggiore e più redditizia della gamba sul pedale, soprattutto in salita, dove si vanno a variare le inclinazioni del telaio e soprattutto quella del piantone.
Ma bisogna stare attenti a non esagerare, perché un avanzamento eccessivo potrebbe sovraccaricare troppo l’articolazione del ginocchio e il muscolo quadricipite. Al contrario, un arretramento eccessivo può causare dolori alla schiena e un eccessivo affaticamento dei muscoli ischiocrurali (posteriori della gamba).
Per concludere, quindi, la tendenza generale è avanzare un po’ di più la sella rispetto al passato, ma non è detto che questa sia una regola fissa per tutti. È anche per questo motivo che è fondamentale affidarsi ad uno specialista biomeccanico.

– E’ vero che più è alta, più si spinge forte?
Sbagliatissimo! Anche in questo caso serve il giusto equilibrio.
Senza entrare troppo nello specifico parlando di gradi, angoli e cose simili, possiamo dire che bisognerebbe regolare la sella ad un’altezza che permetta di sfruttare in modo corretto i muscoli delle gambe, senza andare a sovraccaricare troppo la catena cinetica posteriore, che comprende i muscoli ischiocrurali e tutti i muscoli della schiena. Spesso infatti, sciatalgie, tensioni muscolari e contratture sono causate proprio dalla sella eccessivamente alta.

Al contrario, la sella troppo bassa potrebbe sovraccaricare troppo le ginocchia, oltre a peggiorare il rendimento nell’intero arco della pedalata.
Insomma, anche qui serve il giusto compromesso, a volte raggiungibile anche a tentativi, ma se avete dei problemi particolari, non aspettate che sorga il dolore per affidarvi ad un professionista.

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Postura del perfetto ciclista

Ogni ciclista deve tenere conto di diversi aspetti che vanno ad interferire con la propria salute nonché con la performance, specie se si svolge attività di corsa o professionale. Ad esempio, è importante che il posizionamento della tacchetta sotto la scarpa sia quello corretto: la tecnologia Cleat-position-IdMatch serve proprio a questo. Altro fattore rilevante per un ciclista, specie per i più giovani, è la postura assunta sul sellino e, in generale, durante la pedalata. Reparto Corse valuta, dopo aver eseguito un’attenta analisi, quale possa essere la sella più adatta al ciclista in esame, offrendo la possibilità di testarla per almeno 10 giorni. Alfio Zanni, il nostro responsabile del reparto corse, saprà fornirvi utili suggerimenti ed effettuare le corrette valutazioni di posizionamento e postura, avvalendosi delle teorie della biomeccanica al fine di rendere il gesto atletico il più naturale e armonioso possibile, anche in relazione alle caratteristiche fisiche del ciclista.
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